Il colore della tunica

Seguono una serie di testimonianze pittoriche, materiali, letterarie e pratiche relative al dibattito sul colore delle tuniche. Esistono infatti due scuole di pensiero a riguardo: la prima ritiene che tutti i soldati indossassero sotto l'armatura tuniche tinte di rosso, la seconda invece sostiene che i legionari avessero tuniche bianche (non tinte), mentre gli ufficiali e i centurioni rosse. L'articolo originale è stato scritto da Matthew R. Amt, ed è reperibile qui.

 Introduzione^

Nessuna fonte cita direttamente e chiaramente il colore della tunica del legionario e le pitture o i mosaici che sono arrivati fino ai giorni nostri giorni sono in parte contraddittori poiché mostrano soldati con tuniche di diversi colori.
Sembra predominare il colore bianco o bianchiccio ed i vari esempi che riportano soldati in tuniche di colore rosso potrebbero far pensare ad ufficiali e centurioni.

 

Le testimonianze sull'uso di tuniche bianche sono riassunte nell'articolo di Nick Fuentes: The Roman Military Tunic, in Roman Military Equipment: The Accoutrments of War (Proceedings of the Third Roman Military Equipment Research Seminar) edito da M. Dawson.

Qualche nuova testimonianza è stata aggiunta dal libro di Graham Sumner e qualcun'altra per le tuniche rosse è stata fornita dall'Ermine Street Guard.

 Evidenze pittoriche^

  • Un affresco dalla tomba di Statillii (I° secolo a.C./d.C.) mostra una battaglia, con i romani in tuniche bianche che sconfiggono i loro nemici in "kilt bianchi e corti". I soldati in tuniche bianche che sconfiggono uomini in kilt bianchi sono visti anche in un affresco di una tomba sul colle dell'Esquilino a Roma del III° secolo a.C..
  • Affreschi di scene di battaglia del Museo Nazionale di Roma, apparentemente datati del I° secolo a.C., mostrano lo stesso numero di tuniche rosse e bianche, più qualche tunica di almeno altri tre colori (non si riesce a capire se sono figure di soldati muniti di armatura).
  • Il mosaico Barberini Nilotic della Palestina mostra un numero di soldati con scuta rettangolari, armatura, ed elmi di bronzo con creste bianche e quattro di queste tuniche sono visibili di colore bianco. La tunica del loro leader non è visibile, ma la sua cresta è rossa. Gli emblemi dello scorpione sui loro scuta possono indicare che queste truppe erano dei Pretoriani.
(da Pompeii and Herculaneum: The Living Cities of the Dead, di Theodor Kraus)
  • L'affresco "Giudizio di Solomone" di Pompei (riprodotto qui sopra) mostra tre soldati. Il primo e il secondo soldato indossano tuniche bianche, una armatura di bronzo (?) e gli elmi di tipo Montefortino; il secondo tiene una lancia in mano all'altezza della vita e porta uno scudo rotondo come un soldato greco oplita. Il terzo soldato ha una tunica rossa ed un mantello (rosso?), l'armatura e l'elmo di Montefortino che sembrano stagnati o argentati. Tutti e tre i soldati hanno delle creste di crine rosse. Anche se il terzo non sembra avere i pteruges o gambali, la sua posa e il suo schema di colore diverso suggerisce che è superiore di grado rispetto agli altri due. Questa scena sembra una "caricatura", infatti le figure hanno grandi teste e gambe affusolate e corte. Si è anche detto che l'affresco è copiato da un originale di Alessandria, ma non ho visto alcuna altra menzione di quello originale, né un ritratto o una descrizione. È probabile che un'origine ellenistica aiuti a spiegare gli scudi rotondi, ma gli elmi sono effettivamente romani.
(da The Great Centuries of Painting: Roman Painting,di Aedeo Maiuri, direttore del Museo di Napoli, Cleveland: World Publishing Co., 1953)
  • Un affresco di Pompei (in alto a sinistra) mostra una scena conviviale con 4 uomini, Daniel Peterson sostiene che si tratti di un borghese e 3 soldati (perché le estremità delle loro tuniche arrivano al ginocchio). L'ultima figura a destra indossa una tunica rossa con clavi scuri e sottili, ed un mantello bluastro-grigio e stretto (probabilmente un paenula). La terzultima usa una tunica priva di cintura, bianca o giallastra con clavi sottili. Le prime due usano tuniche più scure dell'ultima, e si possono scorgere i clavi del secondo. Una descrizione della scena nel libro di Kraus interpreta la prima figura come un cameriere. Comunque sia nessuna delle figure indossa l'armatura. Il colore delle tuniche delle prime due figure ricorda quello di due uomini civili ed un ragazzo che comprano pane in un'altra scena che raffigura una panificio (in alto a destra).
  • Un affresco del IV° secolo d.C. di una catacomba di Siracusa mostra un soldato che indossa una tunica a maniche lunghe; un altro affresco dello stesso periodo della Via Latina mostra un soldato che porta una cotta sopra una tunica rosso-marrone.
  • Il mosaico di piazza Armerina (300 d.C. circa) mostra almeno 13 uomini in tuniche bianche a maniche lunghe, qualcuno di questi è chiaramente un soldato (scudi ed armi), mentre altri stanno portando o stanno conducendo degli animali catturati (un lavoro spesso fatto dall'esercito). Due uomini in rosso stanno tirando delle corde su delle navi, mentre un terzo è colpito da un soldato. Sei altri uomini portano delle tuniche grigie e possono essere dei marinai e la tunica di un uomo sembra essere gialla. Alcuni degli uomini hanno delle cinture rosse con ornamenti gialli. Ci sono altre illustrazioni del III° e IV° secolo d.C. che mostrano soldati in tuniche bianche.
  • Un scudo scoperto in Egitto mostra una figura di un soldato senza armatura che porta una tunica rossa e un mantello. L'Ermine Street Guard sostiene: "La lancia e lo scudo suggeriscono che non è un ufficiale", anche se ci sono migliaia di immagini di Marte con lancia e scudo.

 Evidenze materiali^

  • Nell'accampamento di Adriano a Vindolanda si sono trovati molti frammenti di lana. Cinquanta di questi furono analizzati per scoprire se ci fossero tracce di tinta e 8 contenevano i componenti chimici della Robbia domestica (Rubia tinctorum), un colorante rosso molto conosciuto in quell'epoca. Uno aveva tracce di lichene, una tinta di color porpora; altri frammenti contenevano tracce di colorante ma non è stato possibile individuarlo ed i restanti, circa quaranta, non avevano resti rilevabili di colorante.
  • Alcune tuniche sono state trovate nella Cave of Letters a En Gedi (Israele), tra queste una rossa e tre bianche o grezze. Tutte avevano i clavi (2 strisce verticali). Sono apparentemente risalenti al 135 d.C. (la rivolta di Bar Kochba) e non c'è nessuna ragione di presumere che siano romane piuttosto che ebree.
  • Della stoffa rossa è stata trovata a Masada ed è stata interpretata come materiale destinato ad una tunica militare. Il perché si sia creduto che fosse militare è poco chiaro (perché era rossa?), ma più verosimilmente fu trovata con altri indumenti di tipo civile.

 Evidenze letterarie^

  • Tacitus descrive la parata trionfale di Vitellius a Roma, dicendo che i tribuni e i centurioni senior sono vestiti in abbigliamento bianco ("candida veste"). Non c'è modo di sapere se questo fosse insolito, non dice niente su quale tipo di indumento portassero gli altri in circostanze normali.
  • Fuentes cita un papiro del 138 d.C.: "riferendosi ad un acquisto obbligatorio di indumenti da 83 tessitori del villaggio di Filadelfia (città della Lidia), specifica che gli articoli, inclusa una tunica per i soldati di stanza in Cappadocia, dovrebbe essere fatta da una lana fine, soffice e semplice". Questa è probabilmente una richiesta specifica per tutte le tuniche, non può essere fatta una sola tunica da 83 tessitori!
  • In un passaggio della fine del II° secolo d.C. dal Babylonian Talmud si parla di una "tunica rossa romana". Questo sembra suggerire che le tuniche romane furono pensate di colore rosso, sebbene può riferirsi magari ad una tunica rossa di stile romano o a una stoffa.
  • Nel IV secolo d.C. l'Historia Augusta elenca i possedimenti di Claudius II, mentre presta servizio militare come tribuno, includendo molte tuniche bianche e due tuniche militari rosse.
  • Arrian riporta la cavalleria in tuniche gialle, e ci sono riferimenti di marinai che portano tuniche blu.

 Evidenze pratiche^

  • Qualcuno sostiene che la lana incolore sarebbe più economica, questo è irrilevante per un esercito che può permettersi di dare armature ed armi ad ogni uomo. L'esercito britannico nel XVIII e XIX secolo indossò cappotti rossi perché il colore rosso era una tintura conveniente.
  • Chi propende per le tuniche rosse spesso afferma che una tunica bianca non poteva essere tenuta sempre pulita e si sarebbe sporcata facilmente di ruggine e grasso. Comunque, l'uso di un subarmalis (imbottitura sotto l'armatura) proteggerebbe la tunica dall'armatura. Una tunica rossa nasconde ruggine ed immondizia meglio di una bianca, ma allora sarebbe meglio una tunica marrone o nera! Una tunica bianca può essere lavata anche più duramente e frequentemente con processi di candeggio romani (bagni di urina e fumi di zolfo), che la farebbero diventare anche più bianca, mentre una tunica rossa dovrebbe essere pulita più delicatamente per evitare che il colore si affievolisca (e la luce del sole lo stesso la farà sbiadire!). Nel XIX secolo l'esercito francese cambiò in blu i cappotti dell'uniforme è questo provocò le lagne degli ufficiali che si lamentavano di come fosse più difficile tenerli puliti rispetto a quelli vecchi bianchi. George Washington fece asserzioni simili sul lino bianco delle magliette.
  • Tutto questo dibattito sulla pulizia potrebbe essere inutile. Infatti Graham Sumner, nel libro Roman Military Clothing Vol.1, cita i libri contabili dalla fine del primo secolo agli inizi del secondo d.C., deducendo dalla paga del soldato l'equivalente di 8 o 10 tuniche all'anno. Cosicché un legionario poteva cambiare tunica circa una volta al mese, ed essere incurante della sua pulizia, usando le vecchie tuniche per stracci, fodere, calzini, pezzi per subarmalis ed altre necessità.
  • C'è la convinzione che le tuniche rosse nasconderebbero il sangue. Ma la vista del sangue non può provocare angoscia fra i soldati, si tenga presente infatti che il loro principale divertimento era quello di guardare i gladiatori che si uccidevano l'uno con l'altro. Il loro addestramento quotidiano si concentrava anche su come uccidere e sconfiggere il nemico prima che questo potesse avere la possibilità di spargere molto sangue romano (quel duro addestramento probabilmente li portò ad essere abituati a vedere almeno una piccola quantità di sangue su di loro!). Se la preoccupazione principale è vedere delle macchie di sangue sul vestito, il sangue fresco può essere mandato via dalla lana con acqua fredda, ma se coagula diventa marrone scuro o nero e sarebbe visibile anche su una tunica rossa. Le descrizioni antiche suggeriscono anche che la maggioranza dei soldati in più battaglie non aveva l'opportunità di trovare il proprio sangue o quello degli altri sulla propria tunica, ma spendeva la maggior parte del tempo del combattimento in evoluzioni militari. Per quei romani che venivano feriti o uccisi, la situazione della tunica non era probabilmente una grande preoccupazione!  
  • È emerso che gli opliti spartani spesso portavano mantelli rossi e che l'esercito macedone portò tuniche rosse. Tuttavia, i sanniti, i celti-iberici e forse anche truppe cartaginesi portarono tuniche bianche e tutti questi popoli fecero più impressione sui romani che i macedoni.
  • Ogni ulteriore speculazione senza testimonianza è inutile. Anche apprendendo tutto ciò che veniva fatto allora, è probabile che non ne riusciremmo a dare una spiegazione logica. Non dobbiamo presumere di conoscere quello che i romani pensavano, o che le nostre idee di "pratico" o "logico" fossero le stesse per loro. L'idea che i colori fossero decisi dal capriccio del comandante o secondo l'adorazione di Marte non ha una base nei fatti conosciuti.

 Conclusioni^

Non è stato provato che ci fosse un unico colore della tunica nell'esercito romano! Se c'era, avrebbe potuto cambiare molte volte col passare del tempo. Ci potevano essere anche variazioni secondo unità o regione geografica.

Al momento comunque, l'interpretazione della Legio XX è che i legionari portavano tuniche non tinte e i centurioni colorate di rosso (i tribuni e i legati più probabilmente portavano tuniche bianche con gli adatti clavi color porpora).

Dan Peterson (Legio XIII) non è d'accordo con questa interpretazione e crede invece che le tuniche rosse venivano portate sotto l'armatura, quelle bianche o non tinte con i clavi per occasioni più eleganti e senza armatura. Argomenta le sue teorie mostrando immagini di mummie dall'Egitto che raffigurano uomini senza armatura in tuniche rosse che lui interpreta come soldati (romani, non ellenistici), e numerosi riferimenti di pitture di tuniche rosse in truppe macedoni e non-romane. Inoltre espone molte teorie sulla praticità delle tuniche rosse, ma si dovrebbe aspettare fino alla pubblicazione del suo prossimo libro per vedere gli sviluppi della sua teoria.

La discussione rimane aperta, ed il consiglio è che si possono usare tuniche o grezze (non tinte) o di colore rosso, perché sono i colori che più abitualmente vengono evidenziati nelle testimonianze che sono arrivate fino a noi.

 Le fonti^

 Changelog^

  • (30/03/2002) Traduzione, conversione delle unità di misura nel SI ed impaginazione della guida omonima di Matthew R. Amt, HANDBOOK FOR LEGIONARIES
  • (10/08/2005) Seconda stesura e revisione, prendendo spunto anche dal sito spagnolo di Legio Fabrica
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