Lorica segmentata: introduzione

Prima di cominciare con le guide vere e proprie alla ricostruzione di questo tipo di lorica, vorrei fare una breve escursione sulla storia legata al suo nome e alle varie versioni esistenti, evidenziando le problematiche che hanno accompagnato la sua ricostruzione fino ai giorni nostri, con uno sguardo anche alle recenti novità emerse. Parte di questa introduzione è stata liberamente riassunta dall'ottimo Manuale di M.C. Bishop.

 Le origini del nome^

Nell'immaginario collettivo i legionari romani, i fanti per la precisione, vengono rappresentati con un'armatura fatta di strisce di ferro a cui è stato dato successivamente il nome di lorica segmentata. Già perché al contrario dell'hamata e della squamata non esistono riferimenti latini certi e genuini. Il primo a nominarla è stato Just Lips, meglio conosciuto con il nome latinizzato di Justus Lipsius, nel suo libro De Militia Romana scritto nel 1596, ma non è chiaro se questo nome fosse già noto a quel tempo o usato per la prima volta dall'autore.

Ovviamente il nome Romano doveva essere sicuramente costituito da lorica (nome che trae origine da strisce di cuoio) e un epiteto qualificativo che secondo alcuni potrebbe essere stato lam(m)inata per descrivere la lamiera metallica. Infatti nel papiro di Berlino inv. 6765 (che sembra essere un rapporto di una fabbrica legionaria probabilmente la legio II Traiana Fortis) si fa riferimento a un generico lam(i)nae levisalares senza però entrare in un particolare contesto.

Anche Tacito ricorre al termine lamina in due occasioni:

  • quando descrive l'armatura indossata dalla cavalleria Sarmata dei Rhozolani che invadono l'impero romano attraverso il confine del Danubio nel 68 d.C. e parla di legimen ferreis laminis aut praeduro corio consertum (completamente ricoperti di lamine di ferro o rinforzati in pelle);
  • quando descrive i gladiatori chiamati crupellarii che completamente rivestiti in ferro parteciparono alla rivolta di Florus e Sacrovir del 21 d.C., usando queste esatte parole restantibus lamminis adversum pila et gladios.

Comunque al momento non sono ancora stati ritrovati dei riferimenti certi al nome usato in epoca romana e rimane, fino ad eventuali nuove scoperte, il termine rinascimentale di lorica segmentata.

 Descrizione della lorica segmentata^

E' un particolare tipo di armatura articolata dove ogni parte si muove in sintonia con le altre garantendo una buona flessibilità, resa possibile con una rigida forma aderente al corpo (come un corazza muscolata). Infatti gran parte delle armature a protezione del corpo usate dall'esercito romano erano rese snodabili da qualche tipo di estensione, come gli anelli, le scaglie, o in questo caso i segmenti.

Oggi viene conosciuta come armatura laminata o segmentata, e si può definirla di tipo modulare e constituita da 4 elementi principali o unità: uno per ogni spalla e uno per ogni lato del torso. Ognuna di queste 4 sezioni era formata da strisce curvate di lamiera sovrapposte e rivettate a a delle cinghie di cuoio, che ne permettevano una buona mobilità tra le placche contigue. Lo stesso tipo di tecnologia, sebbene con una complessità minore, fu usato per l'antica armatura articolata dell'arto e re-inventata nel periodo medievale.

 Storia delle ricostruzioni^

Si cominciò seriamente a studiare questo tipo di armatura solo tra la fine del 19 secolo e gli inizi del 20 secolo, alimentati dai nuovi ritrovamenti e dagli studi archeologici della seconda metà del 19 secolo. All'inizio l'ondata dei reperti (Carnuntum, Newstead, Zugmantel, Eining) non fu sufficiente a raggiungere l'immediata soluzione del problema e ci volle più di mezzo secolo e la scoperta del tesoro archeologico di Corbridge (in Inghilterra) per migliorare la comprensione delle lorica segmentata e sviluppare una conoscenza indipendente dagli archivi iconografici alquanto insoddisfacenti. Seguono le tappe che hanno contraddistinto la ricostruzione della lorica segmentata prendendo spunto dall'ottimo libro di M.C. Bishop[1].

Le tappe più significative legate alla ricostruzione della Lorica Segmentata[1]
CHI QUANDO DOVE CONSIDERAZIONI
Oberst Max von Groller nel 1899 gli scavi (Wikipedia citando il libro The armour of Imperial Rome di Robinson riporta invece il 1989), mentre la pubblicazione avviene nel 1901 scavi archeologici dell'accampamento di Cornuntum presso Bad Deutsch-Alterburg (in Austria) ha classificato e catalogato 302 frammenti di armatura segmentata e ne ha realizzato una ricostruzione verosimile che però risente pesantemente delle raffigurazioni presenti nella Colonna Traiana e ricorda molto le armature rivestite medioevali.
James Curle nel 1905 gli scavi e nel 1911 la pubblicazione scavi archeologici all'accampamento di Newstead (Scozia) ritrovamento di buona parte di un'armatura segmentata, purtroppo la ricostruzione risente molto degli studi quasi contemporanei di von Groller. Le placche del petto e della schiena sono state ruotate erroneamente di oltre 90°. Inoltre i resti di una manica segmentata, non furono correttamente interpretati.
Paul Coussin la pubblicazione è del 1926 nel suo libro Les Armes Romaines ha tralasciato tutti le testimonianze archeologiche e si è concentrato solo sull'evidenza filologica.
Alfs paper la pubblicazione è del 1941 in un articolo sulle armature snodabili dell'esercito Romano si è fossilizzato pesantemente sulle testimonianze iconografiche a discapito di quelle archeologiche, anche interpretando i raccordi e i fissaggi presenti nella Colonna Traiana vengono fatti pochissimi riferimenti ai ritrovamenti effettuati a Carnuntum, Zugmantel, e Newstead. In parole povere: nove pagine e mezzo di testimonianze filologiche e una pagina soltanto sul materiale archeologico.
Graham Webster nel 1936 lo scavo, nel 1960 il suo articolo il ritrovamento avviene nei pressi della Bank of England e la placca del petto oggetto dell'articolo venne posta nel Guildhall Museum ha rinterpretato il pezzo ritrovato seguendo von Groller e ammesso che bisognava dare maggior enfasi ai ritrovamenti e meno alla Colonna Traiana. Ispirò così una nuova ondata di studi.
H. Russel Robinson nel 1953 ricostruì un modello di soldato vestito con lorica segmentata per la nuova Newstead Gallery del Grosvenor Museum a Chester le protezioni delle spalle erano ancora influenzate dalla Colonna Traiana (complete con i rivetti vicino alle loro estremità) così come i cerhioni della pancia venivano fissati con delle fibbie.
nel 1964 gli scavi, fu poi coinvolto nelle ricostruzioni pubblicate dal 1972 al 1975 grazie ai tesori rinvenuti negli scavi di Corbridge e ad alcuni problemi per la loro conservazione che rivelarono nuovi dettagli al contrario dei predecessori che erano per la maggior parte o storici o archeologi, Robinson era un apprezzato esperto e specialista d'armi della tradizione occidentale e orientale, che anche grazie all'aiuto di Charles Daniels gli hanno permesso di ricostruire tre varianti di lorica segmentata: il tipo A, B e C.
Fino al 1978 (anno della sua prematura dipartita)   queste nuove conoscenze lo hanno portato a ritenere che i ritrovamenti di Newstead dovessero appartenere ad un tipo di lorica più semplice di quelli rinventi a Corbridge, soprattutto la parte superiore della protezione delle spalle non doveva essere più tripartita ma costituita da una sola placca e avente petto, collo centrale e placche della schiena rivettate insieme piuttosto che unite da cerniere lobate come il modello Corbridge. Ha iniziato quindi a realizzare una replica di questo nuovo tipo di lorica senza arrivarne alla conclusione.
Andrew Poulter nel 1987 al terzo seminario sull'euipaggiamento militare Romano a Newcastel upon Tyne (città metropolitana nella contea di Tyne and Wear in Inghilterra) ha rivisitato con l'aiuto di Jim Turner (un artigiano esperto) la versione Newstead fornita da Robinson. In particolare ha preferito munire di un semplice cinturino e fibbia le placche del petto e della schiena (ritornando al metodo usato da Robinson per il modello nel museo di Grosvenor). Sulla base di una nuova interpretazione dei piccoli fori posti vicino alla parte superiore delle placche del petto e della schiena ha inserito nell'apertura curva intorno al collo una lega di rame. Infine ha notato che il tipo Newstead doveva appartenere al periodo Antonino (138-180 d.C.) e non a quello Traiano (90-110 d.C.) come erroneamente supposto da Robinson.

 Il futuro^

La comprensione dell'armatura lamellare romana è ben lungi dall'essere perfetta e completa e i nuovi ritrovamenti, come quelli di Carlisle (in Inghilterra) e Stillfried (in Austria), continuano a portare nuove testimonianze su questo argomento. Solo per il tipo Corbridge è stata recuperata una sufficiente quantità di materiale da consentirne una ricostruzione quasi affidabile e reale.

La conoscenza delle altre tipologie - Kalkriese, Newstead, e Alba Iulia - è essenzialmente derivata dalla composizione di frammenti provenienti da una vasta gamma di siti o, nel caso dell'ultima, in via del tutto eccezionale sulla base delle uniche testimonianze iconografiche. Inoltre, esiste la possibilità molto reale di altre varianti, magari ancora da scoprire.

In tutti i futuri lavori, l'interpretazione fondamentale di Robinson per le corazze di Corbridge rimarrà fondamentale. Tuttavia, va ricordato che ha ereditato quasi tre quarti di secolo di studi archeologici di varia qualità. Anche se gran parte di questi si sono rivelati inesatti, hanno contribuito comunque al processo di comprensione della lorica segmentata, ma hanno messo in evidenza l'importanza di una cooperazione interdisciplinare.

Restando in tema di mancanza di cooperazione tra le diverse discipline, vanno segnalati i recenti tentativi di ricostruzione di modelli di lorica segmentata in materiale organico e non metallico (cuoio sovrapposto, lino e lana infeltrita). Il gruppo di archeologia sperimentale Ars Dimicandi infatti sta sperimentando questo tipo di lorica già da qualche anno, con buone argomentazioni pratiche e filologiche ma che però vengono molto criticate per la mancanza oggettiva di ritrovamenti compatibili con le loro teorie.

 Le fonti^

 Changelog^

  • (09/09/2012) Traduzione ed impaginazione