Lorica Hamata, introduzione

Cominicia la trattazione delle corazze usate dai legionari romani, ad iniziare sarà la Lorica Hamata, denominazione moderna che significa corazza uncinata. La guida completa è stata suddivisa in più parti, in questo articolo viene introdotta e descritta e si forniscono anche utili consigli e osservazioni sulle precauzioni da usare per la sua realizzazione. Mi è stato segnalato nel vecchio forum che ci sono diverse imprecisioni ed inesattezze nella traduzione, soprattutto nella parte relativa alla metallurgia-forgiatura-trattamenti termici, provvederò a correggere (purtroppo causa spam ho salvato il topic ma non il nome dell'autore che comunque ringrazio). L'articolo originale è stato scritto da Matthew R. Amt, ed è reperibile qui.

 Introduzione^

La cotta di maglia era l'armatura "standard" prima dell'introduzione della lorica segmentata ed è rimasta in uso tra gli ausiliari e i legionari per tutto il periodo imperiale. Non si conosce la proporzione tra hamata e segmentata durante il primo secolo dopo Cristo ma è accettabile che alcuni legionari la vestano durante le ricostruzioni. La cotta di maglia era usata anche da: i vexilliferi (portainsegne), i signiferi (portabandiera), i musicisti ed anche i centurioni, oltre alle truppe ausiliarie.

La cotta romana era fatta in ferro, con anelli di diametro minore di 3,2 mm, usando il modello denominato “4 in 1”.

In genere, metà degli anelli usati per confezionarla erano privi di giunzioni (cioè forati da fogli di metallo o tagliati da del filo e saldati in modo da chiudersi), mentre il resto era unito mediante ribaditura. Il primo tipo era rudemente quadrato nel profilo trasversale, cioè la differenza tra il diametro interno ed esterno dell'anello era la stessa e non più grande dello spessore. Invece il filo per gli anelli chiusi per ribaditura potrebbe essere rotondo (di solito) o ad angolo retto.

Molti credono che alcuni anelli di cotta romana venissero chiusi semplicemente congiungendo le due estremità, ma un’analisi più approfondita dei frammenti sopravvissuti non ha rivelato alcuna prova concreta di questa convinzione. C'è invece la prova che gli anelli fossero stagnati o anche dorati!

(Matthew R. Amt fecit)

unione mediante ribaditura o rivettatura

 Descrizione^

La cotta tipica è senza maniche o ha maniche corte (circa 12,7 cm) e si estende fino a metà coscia. Il raddoppio della spalla, plasmato come un rettangolo che tocca il fondo a forma di “U”, è attaccato alla schiena da una sola fila di anelli. Questo raddoppio può essere abbellito ai lati con del cuoio sottile (28-85 g) che è piegato sopra i bordi e cucito attraverso. Su più ricostruzioni moderne il raddoppio è legato al corpo da una fila di anelli lungo l'orlo più basso e posteriore, ma due cotte romane rinvenute in Britannia hanno piccole fibbie rivettate nella parte posteriore, presumibilmente per assicurare il raddoppio di spalla.

Per rivettarlo al centro del torace si usano un paio di ganci di ferro o d'ottone sagomati a S, che fanno da gancio sopra ad un bottone o un chiodo a capocchia larga sulle due falde. Per la cavalleria ausiliaria ed alcuni ufficiali, il raddoppio della spalla è più che un capo circolare, congiunto al corpo attorno all'apertura del collo. Durante la fine del primo secolo poi molti ausiliari cominciarono a indossare delle maglie di ferro (shortsleeved mail) senza raddoppi di spalla, sebbene il raddoppio si vede ancora sui legionari del monumento di Traiano di Adamklissi. Gli orli a zig-zag visti sulla colonna Traiana potrebbero essere solamente una convenzione artistica.

I migliori ganci del torace e chiodi a capocchia larga sono stampati dall'ottone, ma ci sono altre possibilità. I chiodi a capocchia larga possono essere fatti semplicemente da dischi rivettati sul posto, non ermeticamente ma con della lunghezza extra sull'asta del rivetto. Si possono utilizzare anche bottoni di ottone solido o di peltro ed è probabile che qualche tipo di chiodo a testa grande possa funzionare.

Sembra che i romani non si confezionassero su misura la loro cotta ma si limitavano ad aggiungere o sottrarre anelli dalle file per adattarla alla loro corporatura. Dal momento che si doveva naturalmente adeguare al corpo, esistevano loricae hamatae di differenti taglie che andavano bene a gruppi diversi di soldati, anche senza la necessità di realizzarle su misura.

 Osservazioni^

Per le riproduzioni è preferibile usare anelli con un diametro interno di circa 5 mm ed un diametro esterno di 7 mm. Il limite massimo per il diametro esterno sembra essere di 10 mm, ma per i nostri scopi è anche accettabile un diametro esterno di 13 mm. In genere si usa del filo d’acciaio di calibro 16 per le riproduzioni, sebbene un filo più sottile possa essere preferibile per degli anelli più piccoli o uniti per ribaditura. Anelli fatti combaciare sono accettabili, ma al momento sono da considerare poco aderenti alle testimonianze pervenuteci. La cotta rivettata è disponibile da molti fornitori, potrà sembrare anche assurdo ma in alcuni casi appare migliore una cotta fatta male e completamente rivettata rispetto ad una ben fatta alternando anelli solidi ad anelli uniti per ribaditura...

Nota bene: la cotta non implica solo ed esclusivamente l’elmo di coolus! Questo è uno stereotipo moderno, infatti, tutti gli elmi di tipo imperiale-gallico o italico sono accettabili.

E’ necessario indossare un subarmalis tra la lorica e la tunica. Non solo per mantenere la tunica pulita, ma è stato dimostrato che un’imbottitura rigida è essenziale per permettere alla cotta di esprimere tutto il suo potenziale protettivo. Infatti, se la cotta è fatta a regola d’arte e correttamente imbottita è estremamente difficile tagliare o rompere qualsiasi anello durante una tipica battaglia, sebbene naturalmente sia possibile ferire l’indossatore senza passare attraverso la cotta.

La galvanizzazione protegge il metallo dalla ruggine, specialmente durante la costruzione, poi si rimuove, quando la maglia è finita, per conferirle un aspetto più autentico (la galvanizzazione di zinco non è come la stagnatura!).

La rimozione può essere fatta lasciando la cotta in un bagno d’aceto per 12-24 ore al massimo, così da fare evaporare l’idrogeno. Si deve sciacquarla MOLTO BENE per rimuovere completamente l'aceto, farla asciugare quanto possibile, e lubrificarla contro la ruggine. Si può usare anche l'acido della batteria, così come il cloridrico o muriatico (utilizzato in genere per pulire le piastrelle). Oppure si potrebbe far rotolare la cotta in un barile di sabbia, sebbene diventi molto sporca.

Un trucco per evitare di avvolgere e tagliare il filo per formare gli anelli è comprare 9-14 Kg di rondelle piccole, metà normali e metà divise. Questo metodo è più costoso ma molto più rapido. Le rondelle compatte possono essere usate in alternativa alle file degli anelli ricavati dall’avvolgimento del filo.

 Esempi^

Il primo, sulla sinistra, è stato fatto da Erik D. Schmid. È il più eccellente e può essere considerato un tipico esempio di cotta romana, con anelli appena sotto i 7 mm (diametro esterno). Gli anelli rivettati sono fatti da un filo a sezione rotonda appiattito leggermente.

L'esemplare a destra è stato donato da Arthur Hendrick. Gli anelli punzonati sono di circa 11 mm di diametro esterno e 8 mm di diametro interno, e sono approssimativamente spessi 1,5 mm. Gli anelli rivettati sono fatti da del filo di ferro di 1 mm in diametro. Erik puntualizza che gli anelli sono troppo grandi per essere tipici romani, e le loro estremità si sovrappongono destra sopra sinistra; mentre tutti gli esemplari romani che lui ha visto hanno una sovrapposizione sinistra sopra destra. Comunque sono più che accettabili per le rievocazioni!

Qui viene mostrato un pezzo di cotta realizzata da Matthew Amt con anelli semplicemente congiunti. Il filo è di calibro 16, e gli anelli sono circa 12 mm di diametro esterno e 9,5 mm interno (il filo è stato avvolto su una verga di 8 mm di diametro).

Tutti i pezzi sono fatti con il modello "4 in 1", anche noto come internazionale o europeo. Ogni anello è collegato ad altri 4, 2 sopra e 2 sotto, ma mai insieme ad un altro nella stessa fila orizzontale.

 Adamklissi o Adamclisi^

Villaggio della Romania, nella Dobrugia, 55 km a ovest di Costanza. È l'antica Trophaeum Traiani, di cui si conservano resti di mura costantiniane e basiliche romane e paleocristiane, che prendeva il nome dal vicino grandioso monumento, eretto a ricordo del trionfo di Traiano sui Daci. Il trofeo di Adamklissi, a pianta circolare, è noto soprattutto per la decorazione delle metope, con scene della guerra dacica, e dei merli, con figure di prigionieri, tipici esempi di arte provinciale. Le sculture sono attualmente conservate nel museo di Adamklissi; ne sono visibili i calchi sul grande monumento ricostruito sui resti del basamento originale.

 Prossimamente^

Nella seconda parte si tratterà più in dettaglio la realizzazione della Hamata, verrà spiegato come costruire l'avvolgi filo di ferro in spirali e il modello "4 in 1" con alcuni utili consigli per il corretto confezionamento e posizionamento delle strisce di anelli.

 Le fonti^

  • Matthew R. Amt, HANDBOOK FOR LEGIONARIES
  • AA. VV. Grande Enciclopedia De Agostini, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1995

 Changelog^

  • (09/03/2002) Traduzione, conversione delle unità di misura nel SI ed impaginazione della guida omonima di Matthew R. Amt, HANDBOOK FOR LEGIONARIES
  • (28/01/2006) Seconda stesura, revisione ed aggiornamento
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